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@MarKco
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The ReconstruKction of light
ProzaKc sembra ancora molto elettronica, come se volesse traghettare l'ascoltatore piano piano. Batteria più ritmica, non molto dinamica, non sono sicuro che mi piaccia di più. Fa sempre piacere risentire il vocione del Belew-ciccione. Nel refrain centrale la batteria sembra rallentare il tempo, piacerà agli amanti del blues, non a me. Sul finale però è meglio dell'originale.
Tcol: curiosa la scelta di suonare una parte di batteria diversa dalle versioni del 2001 e 2003. Probabilmente somiglia a quello che fa Mastelotto nella nuova versione con tre batteristi. L'introduzione in levare è spiazzante. Nella sezione centrale è più alto il volume della seconda mano di Gunn. Meravigliosa. È meno centrale il lavoro delle chitarre (che sono anche meno distinte nei due canali stereo), la batteria è più in primo piano e accompagna la Warr Guitar che non è più il solo perno del pezzo. Rimane però la struttura colonnare con decorazioni.
La parte cantata è stupenda, remixata benissimo, più ricca di dettagli e rutilante. Anche qui gli accordi di accompagnamento di Gunn sono più in evidenza. Mi mancano un po' i colpi di batteria alla fine, che andavano da 1 a 5, un po' didascalici forse ma mi piacevano.
L'introduzione di Frying pan... boh, da dove salta fuori? Le soundscapes qualcuno deve averle registrate, anche le parti "parlate" che sembrano fatte da Gunn con il talker. Cosa dice il libretto?
Frying pan: alcuni cambiamenti negli attacchi (ad esempio all'inizio la batteria sul cantato entra molto dopo, ed è una buona idea). La rivistazione di batteria ricorda un po' Oyster Soup, con parecchi incastri di tempo che vogliono distrarre l'ascoltatore e portarlo fuori da una canzone che fondamentalmente ha lo stesso tempo di 4/4 dall'inizio alla fine. Il trucchetto prima dell'assolo finale in cui Mastelotto acelerava è stato reso meno evidente e più tecnico.
FraKctured. Questa già la conoscevamo, rework spettacolare. Un brano che in Tcol tendenzialmente skippavo diventa un pezzone, soprattutto grazie ad alcuni trucchi:
- enfatizzare il basso nei primi minuti
- far entrare la batteria mooooooolto prima, come accompagnamento, letteralmente.
- giocare molto meglio sulla sezione intorno al minuto e mezzo
- spaccare i culi sulla sezione centrale, dando più volume alle follie frippiane e creando un wall of sound di warr guitar e batteria che prima non c'era
- usare i piatti e la cassa in maniera molto intelligente sulla parte centro-finale nella quale Fripp riproduce per 32 volte (se non sbaglio) il riff veloce prima di tornare all'incastro iniziale
Oyster Floor: un pezzo al quale sono molto affezionato, anche questo in 4/4 mascherati. Sono molto felice che P@t abbia deciso di non tradire l'approccio "tradizionale" del pezzo, cioè una parte di batteria molto percussiva e studiata per non battere mai sul 2 e sul 4 in modo da ingannare il più possibile l'ascoltatore e rendere interessante il pezzo. Il rework non è molto diverso dalle versioni live 2001-2003, e va bene così. Permane l'abuso di rullante, che adoro.
Larks' IV: parte a più rumoristica, con un ostinato su un piatto elettronico che mi piace poco. Per il resto con il nuovo condimento di batteria ricorda di più le versioni live del 2003, naturalmente. Ci sono dei bei momenti di unisono con Gunn che vengono sottolineati. Globalmente mi sembra meno concentrata sulle chitarre, a livello di volumi e mix. Quella roba che succede a 2:15 è bellissima, la velocizzazione a
Parte b ripensata un po' come il centro di FraKctured, con l'assolo di Fripp molto più in evidenza (almeno mi sembra) e accompagnamento percussionistico in evidenza. Più giocata su pieni e vuoti e meno sulla rutilanza delle percussioni, e ci guadagna.
Parte c non molto alterata se non nei suoni di batteria e in qualche stacco in più per accumulare tensione.
I have a dream: è la Afterglow dei King Crimson, nel bene e nel male. Ponderosa, possente, ha come unico difetto quello di essere uguale dall'inizio alla fine. Della versione in studio ho sempre amato alcuni giochi di controtempo all'inizio che qui vengono omessi, rendendola più lineare. Mastelotto sembra seguire più le soundscapes e meno la chitarra e il basso. Mi aspettavo che il testo, per molti discutibile, sarebbe stato sepolto nel mix, invece lo sento forte e chiaro. Bravi.
In generale mi sembra che P@t abbia optato per usare comunque dei suoni molto elettronici, forse per non tradire lo spirito originale del disco, e mi piace questa scelta. In diversi punti mi sembra che P@t abbia anche voluto mantenere alcuni "crash" di piatti elettronici della traccia originale, proprio per non distaccarsi troppo.
Nel complesso mi sembra che la ri-scrittura della batteria abbia il lato negativo di dare più spazio nel mix a Mastelotto, a volte un po' a discapito degli altri. Nel disco originale Masteloto era ovunque ma avendo una batteria giocattolo nel mix risultava più modesto e suonava davvero come un disco a quattro voci di pari peso, come quattro musicisti che suonano in una sala prove. Ora invece con Mastelotto più prominente suona magari più crimsoniano - perché siamo abituati dai tempi di Billy alla nuova front-row ad avere una sezione ritmica invadente - però un po' meno corale rispetto a prima.
Al di là di questo difettuccio apprezzo tantissimo il lavoro di Mastelotto e anche quello di chi ha compiuto il resto della re-construKction, andando a remixare il disco per i rimanenti strumenti. Il lavoro fatto permette di riscoprire un album troppo sottovalutato e di gettarci sopra, letteralmente, uno sprazzo di luce. Una luce che secondo me permette di vederlo come ciò che è, ovvero il più originale, potente, ricco, urgente, bel disco dei King Crimson in studio del post-Discipline.
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