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@alfcrisci
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curl -s "http://talos.irpi.cnr.it/zareport/za.php?action=get_full_report_data&cod=Tosc-A2"
{
"code": "Tosc-A2",
"name": "Versilia",
"region": "Toscana",
"size": "544,87 km²",
"min_altimetric_height": "-6,00 m",
"max_altimetric_height": "1.840,00 m",
"lito_prevalence": "N.A.",
"morpho_prevalence": "N.A.",
"info_geografiche": {
"info": "La ZA VERSILIA si sviluppa lungo la costa N della Toscana ed ha una estensione di 545 km2. Il territorio è morfologicamente caratterizzato dalla presenza di un’importante catena montuosa (Alpi Apuane), con quote massime intorno ai 1800 m s.l.m., immediatamente a ridosso della costa e parallela alla stessa. La zona costiera, nota proprio con il nome di Versilia, è costituita da una ininterrotta lingua sabbiosa e si affaccia sul Mar Ligure. \\newline \nI centri abitati principali sono Massa, Carrara, Viareggio, Forte dei Marmi, Camaiore, Massarosa, Seravezza. \\newline \nLe principali linee di comunicazione sono costituite dalla Autostrada A12 (E80) Genova – Livorno, dalla SS1 Aurelia e dalla linea ferroviaria La Spezia – Sarzana – Livorno.\n",
"map": {
"image": "tosca2_1.png",
"legend": null
}
},
"domini_litologici": {
"info": "La ZA è costituita prevalentemente da unità carbonatiche, unità di tipo torbiditico, depositi clastici, depositi alluvionali, depositi fluvio-lacustri e depositi eolici. \\newline \nL’analisi della distribuzione e delle caratteristiche delle frane ha evidenziato che un maggiore dettaglio geo-litologico di quello evidenziato dai domini litologici aiuta nella descrizione e nell’interpretazione dei fenomeni franosi. Per tale motivo si è fatto anche riferimento alla Carta Geologica d'Italia alla scala 1:500.000, disponibile sul sito http://www.pcn.minambiente.it/. \\newline \nPartendo dalla linea di costa ed andando verso l’interno della ZA, si ritrovano per primi i depositi eolici (copertura della ZA circa il 20%) che si spingono fino a una quota massima di circa 20 m e ed a una distanza dalla costa che varia da circa 1 km a N fino a circa 5 km a S. In sequenza sul territorio, si incontrano poi le alluvioni fluvio-lacustri, anche terrazzate, soprattutto a N di Montignoso. Queste coprono circa il 21 % della ZA e si spingono fino a quote massime intorno ai 230 m s.l.m. \\newline \nNell’entroterra, la porzione centrale è fondamentalmente costituita da depositi clastici (circa 17% della ZA). Nell’area soprattutto a N ed a E di Serravezza questi si presentano talvolta con marne, e il territorio dove affiorano è caratterizzato da ripidi versanti (con pendenze normalmente elevate) con esposizione E e versanti con esposizione W mediamente più lunghi e più dolci (pendenze, prevalentemente, da medio-basse a medie). Altrove, i depositi clastici sono principalmente di tipo conglomeratico-arenacei: anche in queste aree i versanti con esposizione W-SW risultano meno pendenti e più lunghi. \\newline \nA NW e SE dei depositi clastici troviamo le unità carbonatiche (le più diffuse, circa il 25% della ZA), distribuite normalmente alle quote maggiori della ZA (quota massima circa 1800 m s.l.m.) e con pendenze tipicamente medio-elevate. E’ in questa unità che si concentrano le famose cave di marmo delle Apuane, soprattutto nel settore N, dove affiorano i termini calcarei più puri e meno dolomitici. \\newline \nInfine, abbiamo le unità torbiditiche (circa 16% della ZA). Queste sono distribuite a quote normalmente inferiori alle due litologie precedenti e mostrano pendenze tipicamente inferiori (da medio-basse fino a medie). Le torbiditi di questa ZA mostrano, quasi ovunque, un passaggio, allontanandosi dalla costa, da termini, principalmente, calcareo-marnosi a unità maggiormente arenacee e arenaceo-marnose ed, infine, unità argilloso-calcaree.\n",
"map": {
"image": "tosca2_2.png",
"legend": "leg_1"
},
"chart": {
"name": null,
"data": [
{
"label": "Rocce carbonatiche",
"value": 25.842319106666,
"color": "#336600"
},
{
"label": "Alluvioni e spiagge",
"value": 21.285995341407,
"color": "#8FCFF1"
},
{
"label": "Depositi eolici",
"value": 19.54668168068,
"color": "#DCD668"
},
{
"label": "Sedimenti clastici",
"value": 17.394791447021,
"color": "#FFE200"
},
{
"label": "Torbiditi",
"value": 15.930212424226,
"color": "#733322"
},
{
"label": "Basalti",
"value": 0,
"color": "#1A1A1A"
},
{
"label": "Caotico, melange",
"value": 0,
"color": "#999999"
},
{
"label": "Complesso argilloso",
"value": 0,
"color": "#A66C31"
},
{
"label": "Depositi glaciali",
"value": 0,
"color": "#0099FF"
},
{
"label": "Depositi lacustri, fluviolacustri",
"value": 0,
"color": "#FF9900"
},
{
"label": "Laghi, ghiacciai",
"value": 0,
"color": "#0033FF"
},
{
"label": "Lave, ignimbriti, piroclastiti",
"value": 0,
"color": "#D90D1B"
},
{
"label": "Marne",
"value": 0,
"color": "#FF6600"
},
{
"label": "Ofioliti",
"value": 0,
"color": "#CC66FF"
},
{
"label": "Rocce intrusive",
"value": 0,
"color": "#FF99FF"
},
{
"label": "Rocce non scistose",
"value": 0,
"color": "#33CC00"
},
{
"label": "Rocce scistose",
"value": 0,
"color": "#4489C4"
}
]
}
},
"domini_morfologici": {
"info": "Il territorio della ZA risulta quasi equamente suddiviso tra pianura e montagna, con una piccola percentuale di collina.",
"map": {
"image": "tosca2_5.png",
"legend": "leg_2"
},
"chart": {
"name": null,
"data": [
{
"label": "montagna",
"value": 51.869153056051,
"color": "#382C1D"
},
{
"label": "pianura",
"value": 40.827791504429,
"color": "#7DBA1C"
},
{
"label": "collina",
"value": 7.30305543952,
"color": "#00661F"
},
{
"label": "laghi/ghiacciai",
"value": 0,
"color": "#47B5E3"
}
]
},
"table": [
{
"name": "Pianura",
"description": "Le aree di pianura coincidono con le aree dove affiorano i depositi alluvionali fluvio-lacustri e i depositi eolici. Il valore massimo di quota per questo dominio è intorno ai 230 m s.l.m., con pendenze tipicamente di classe decisamente bassa.",
"percent": "40.8277915044287"
},
{
"name": "Collina",
"description": "Le aree di collina occupano piccole porzioni di territorio a N, coincidenti con le zone di affioramento delle unità torbiditiche, e a S, in corrispondenza delle porzioni più a S delle unità carbonatiche e delle porzioni altimetricamente più basse delle torbiditi argilloso-calcaree. \\newline \nLe aree collinari raggiungono una quota massima di circa 800 m s.l.m. e mostrano versanti con pendenze tipicamente di classe medio-bassa/media.\n",
"percent": "7.30305543951996"
},
{
"name": "Montagna",
"description": "Le aree di montagna (quota massima intorno ai 1800 m s.l.m.) sono localizzate in corrispondenza della totalità dei depositi clastici e delle unità carbonatiche e torbiditiche, non precedentemente comprese nella collina. I valori di pendenza sono tipicamente di classe media-elevata, ma localmente sono molto diffuse aree con pendenze di classe elevate, come tutta l’area a NE di Carrara (unità carbonatiche), dove si concentrano le note cave di marmo, o molti dei versanti, principalmente quelli con esposizione E, idrograficamente a monte di Serravezza (principalmente depositi clastici).",
"percent": "51.8691530560513"
},
{
"name": "Laghi e ghiacciai",
"description": null,
"percent": null
}
]
},
"fonti_informazione": {
"info": "Le informazioni relative alla distribuzione e alla tipologia delle frane sono state raccolte: (i) dal Progetto IFFI (http://www.pcn.minambiente.it), (ii) dal PAI (http://www.pcn.minambiente.it), visualizzato direttamente dal sito del Geoportale Nazionale o come WMS, (http://wms.pcn.minambiente.it/ogc?map=/ms_ogc/WMS_v1.3/Vettoriali/PAI_pericolosita.map) e (iii) dal sito del LAMMA (http://www.lamma.rete.toscana.it/banca-dati-frane). Per motivi di visualizzazione, le tre mappe di seguito riportate rappresentano una porzione N del territorio della ZA, ritenuta più rappresentativa per le informazioni sulle frane presenti nella ZA.",
"map_irpi": null,
"map_iffi": {
"image": "tosca2_7.png",
"legend": "leg_3"
},
"map_pai": {
"image": "tosca2_8.png",
"legend": "leg_4"
},
"map_lamma": {
"image": "tosca2_9.png",
"legend": "leg_5"
},
"map_reno": null,
"map_po": null,
"map_magra": null,
"map_secchio": null,
"map_arno25k": null,
"map_arno10k": null,
"map_ombrone": null,
"map_lombardia": null,
"map_bz_susc": null,
"map_bz_peric": null,
"map_tn_peric": null,
"info_frane": "Nella ZA sono presenti prevalentemente scivolamenti sia superficiali che profondi, colate, frane di crollo e aree soggette a frane superficiali diffuse. \\newline \nPoiché si tratta di un’area soggetta a eventi pluviometrici di fortissima intensità e durata, questa ZA risulta particolarmente a rischio di eventi alluvionali estesi e complessi per numero e tipologia di frane.\n",
"table_frane": [
{
"name": "Scivolamento e scivolamento-colata",
"description": "Gli scivolamenti sono fra le tipologie di frana più diffuse nelle zone di collina e di montagna. \\newline \nNelle zone di collina, le frane sono sia superficiali che profonde. Le dimensioni sono di norma comprese entro i 20000 m2. Le frane superficiali sono generalmente di piccole dimensioni, coinvolgono il suolo e le coperture eluviali, e possono presentarsi come riattivazioni minori di movimenti franosi più estesi. Le frane profonde coinvolgono il substrato roccioso e sono di più grandi dimensioni (fino a 100000 m2) \\newline \nNelle zone di montagna le frane di scivolamento raggiungono di norma dimensioni maggiori (tra i 5000 e i 30000 m2). Nella porzione centrale, soprattutto dove affiorano i depositi clastici-marnosi, queste frane, per la maggior parte quiescenti o addirittura stabilizzate (fonte: cartografia LAMMA), hanno dimensione compresa tra i 50000 e i 500000 m2 e si impostano principalmente sui versanti più lunghi e meno acclivi. Altra zona di particolare attenzione è l’area di Montignoso (depositi clastici di tipo conglomeratico-arenacei), con frane anche di 50000-100000 m2.\n",
"percent": "alta"
},
{
"name": "Colata di terra",
"description": "Le colate sono generalmente superficiali e sono molto diffuse sia nelle aree di collina sia di montagna. \\newline \nNelle aree di collina interessano soprattutto i litotipi torbiditici, a N della ZA, nei pressi di Carrara (torrente Carrione), con dimensioni di norma comprese tra i 10000 e i 30000 m2, ma con punte anche di 250000 m2. \\newline \nNelle zone di montagna le colate, anche in forma diffusa superficiale, possono interessare quasi tutte le zone e litologie. Particolarmente colpiti da queste frane i versanti a monte di Serravezza (depositi clastici-marnosi e unità torbiditiche arenacee e arenaceo-marnose) con dimensioni massime di norma intorno ai 30000 m2, e di Montignoso (area del T. Montignoso e versanti limitrofi; litologie prevalentemente, clastico conglomeratico-arenacei). Solo nelle unità carbonatiche (nel caso si tratta di colate di detrito), nella porzione N della ZA, queste frane, seppure talvolta presenti, non risultano particolarmente diffuse e rappresentative dei meccanismi di dislocazione dei versanti.\n",
"percent": "media"
},
{
"name": "Caduta massi",
"description": "Cadute massi, crolli e ribaltamenti sono presenti lungo i versanti acclivi e lungo le scarpate, principalmente laddove affiorano livelli carbonatici settentrionali (es: a monte di Carrara), dove risultano essere la tipologia di frana maggiormente diffusa.",
"percent": "bassa"
},
{
"name": "Frane diffuse",
"description": "Da notare la presenza di vaste aree a franosità superficiale diffusa, principalmente in corrispondenza dei depositi clastici di tipo conglomeratico-arenacei, nel bacino a monte di Massa e nel bacino del fiume Vezza, a monte di Seravezza.",
"percent": "bassa"
}
],
"tipo_innesco": null,
"cinematismo": "Le frane di tipo scivolamento e colata sono nella maggior parte dei casi movimenti a cinematismo lento. Il movimento può essere occasionale o continuo, con variazioni stagionali o di lungo periodo della velocità di movimento. \\newline \nMolte frane, però, hanno velocità di movimento da rapide a molto rapide, in particolare dove coinvolgono terre: si tratta spesso di frane superficiali innescate da violente precipitazioni che, anche se di piccole dimensioni, possono risultare molto pericolose in aree in cui sono presenti agglomerati urbani. \\newline \nScivolamenti in roccia di neoformazione possono avere evoluzioni parossistiche, raggiungendo velocità estremamente rapide. \\newline\nCadute massi, crolli e ribaltamenti sono classificabili come frane a cinematica estremamente rapida.\n"
},
"info_storiche": {
"info": "L’analisi della distribuzione mensile delle frane storiche nel periodo compreso fra il 1950 e il 2011 ha rivelato come nella ZA gli eventi di frana si verificano prevalentemente nei mesi di Giugno (39), Gennaio (24), Settembre (22), Ottobre (19), Novembre (17) e Dicembre (13).",
"descrizione_eventi": "Nel periodo compreso tra il 1950 e il 2011, nella ZA sono documentati 30 eventi meteo-climatici responsabili di 52 frane con vittime e/o sfollati e senzatetto. Gli eventi più catastrofici sono risultati quelli del 19 Giugno 1996 (18 vittime), del 09 Novembre 1992 (7 vittime), del 28 Aprile 1998(4 vittime), 31 Ottobre 2010 (3 vittime), 24 Dicembre 1972, 08 Giugno 1984, 11 Luglio 1992 e 22 Settembre 1994 (tutti con 2 vittime) e del 22 Settembre 1982 e del 17 Ottobre 1996 (entrambi con 1 vittima). \\newline \nIn riferimento agli sfollati, gli eventi più catastrofici sono risultati quelli del 19 Giugno 1996 (503 sfollati), del 12 gennaio 1979 (144 sfollati), del 05 Marzo 1974 (80 sfollati), del 08 Giugno 1984 (78 sfollati) e del 31 Ottobre 2010 (67 sfollati).\n",
"descrizione_danni": "Nel periodo compreso tra il 1950 e il 2011, nella ZA le frane hanno causato 43 vittime (morti, feriti e dispersi) e 1125 tra sfollati e senzatetto.",
"chart": {
"name": null,
"data": "tosca2_12.png"
}
},
"appendice": {
"considerazioni": "Le informazioni relative alla distribuzione e alla tipologia delle frane sono state raccolte: (i) dal Progetto IFFI (http://www.pcn.minambiente.it), (ii) dal PAI (http://www.pcn.minambiente.it), visualizzato direttamente dal sito del Geoportale Nazionale del Ministero dell’Ambiente o come WMS (http://wms.pcn.minambiente.it/ogc?map=/ms_ogc/WMS_v1.3/Vettoriali/PAI_pericolosita.map) e (iii) dal sito del LAMMA (http://www.lamma.rete.toscana.it/banca-dati-frane). Da notare che non tutte le frane evidenziate nella CI del LAMMA sono classificate tipologicamente, soprattutto nelle porzione più S della ZA. \\newline \nPrendendo in esame la CI derivante dal progetto IFFI e confrontandola con quella PAI, si nota come tutte le frane individuate da IFFI, anche le zone individuate come sedi di “franosità diffusa”, rientrano in aree a pericolosità “elevata” o “molto elevata”, talvolta con corrispondenza perfetta, altre volte, nella maggioranza dei casi, venendo comprese in un’area più vasta ad alta pericolosità. \\newline \nLe aree in frana individuate nella CI del LAMMA e quelle IFFI, invece, mostrano parziali convergenze, e solo nelle frane di maggiore dimensione; anche queste ultime, comunque, definite e/o interpretate in maniera diversa, pur occupando circa la stessa area. Le aree che IFFI individua a “franosità superficiale diffusa”, inoltre, sono raramente individuate anche nella CI del LAMMA, e quando individuate sono indicate come frana unica di scorrimento. Sempre nella CI del LAMMA non sono mai individuate le aree soggette a crolli diffusi, che invece risultano molto presenti a N della ZA secondo la cartografia IFFI. D’altra parte, la CI del LAMMA risulta molto più dettagliata se si prendono in esame le frane di dimensioni piccole, soprattutto nelle aree di “collina” o nel settore S della ZA. \\newline \nIl confronto tra la cartografia PAI e LAMMA mostra una buona corrispondenza geografica tra le aree in frana individuate nelle due CI, con alcune importanti eccezioni: (i) le aree collinari N, dove PAI (ma anche IFFI) non individua particolari problemi mentre, secondo LAMMA, vi sono molte piccole zone in frana definendo, nel complesso un’area particolarmente a rischio; (ii) i versanti di sinistra del T. Serra, a monte di Serravezza, dove solo secondo LAMMA esistono importanti aree in frana (“scorrimento”), mentre secondo le altre CI ci sono solo piccole zone, molto limitate, interessate da frane; (iii) la porzione più a S della ZA, molto più interessata da franosità di dimensioni medio/piccole (> 10000-20000 m2) secondo LAMMA in confronto a quanto indicato sia da PAI sia, anche, da IFFI.\n",
"altre_info": "Nella ZA sono documentate 8 frane importanti ad innesco antropico. \\newline \nLa ZA comprende l’area interessata da uno dei più noti eventi di sprofondamento (sinkhole) verificatisi in Italia negli ultimi decenni: l’evento del 14-15 ottobre 1995 a Camaiore. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, un settore di Via F.lli Cervi sprofondò, dando origine ad una voragine del diametro di circa 30 m e profonda 18 m. A seguito delle prime lesioni osservate sui fabbricati, fu evacuato il quartiere compreso tra Via Fonda e Via Gramsci, e 70 famiglie furono allontanate. Diversi fabbricati furono severamente danneggiati, e fu necessario procedere alla loro demolizione. Al pari di altri eventi analoghi osservati in altre zone della Toscana, l’evento di Camaiore si è verificato all’interno di una depressione tettono-carsica colmata da depositi terrigeni, con substrato costituito da Calcare Cavernoso. \\newline \n",
"completezza": "Informazioni provenienti essenzialmente da fonti esterne, con integrazioni per conoscenza diretta.",
"nome_operatore": "Devis Bartolini",
"nome_revisore": "Loredana Antronico",
"data_compilazione": "2012-09-10",
"data_revisione": "2012-10-22",
"data_inserimento_db": "2013-01-10",
"utente_db": "mario",
"vesione_scheda": null
}
}
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