Buongiorno,
Mi chiamo Marianne Corvellec. Faccio la consulente, formatrice e ricercatrice in ambito Data Science. Il mio progetto imprenditoriale consiste nello scalare questi servizi e nel trasmettere questa cultura. Ho accumulato molte riflessioni e sperimentazioni per quanto riguarda i data science workflows, ovvero la creazione della sequenza di operazioni (automatizzate in fine) che vanno dai dati grezzi a risultati per supportare processi decisionali. Per tante applicazioni industriali non servono i dati “grandi” e neppure gli algoritmi sofisticati o all’avanguardia. Invece, un workflow pulito e ben curato, costruito artigianalmente, offre un grande valore aggiunto.
L’automatizzazione del workflow sarà parziale, anche se quasi totale, perché servirà sempre uno sguardo umano e critico per controllare il significato dei dati e dei risultati. Tutto questo lavoro “fatto a mano” viene arricchito dalla collaborazione di cervelli (non in fuga), collaborazione che spesso manca nella consulenza tradizionale. Io voglio scavare uno spazio di brainstorming, scambio e scontro, come una camera stagna tra il consulente (esperto onnisciente?) e il cliente (che, nella mia esperienza, non può o non vuole interagire oltre la superficie).
Un’altra mia peculiarità è quella di portare l’inferenza bayesiana nell’industria, mentre le altre startup di analytics sono fissate sul deep learning. Processi e strumenti “comodi” per la modellizzazione statistica bayesiana stanno uscendo dall’università, quindi voglio applicarli in ambito industriale (che, tra l’altro, è la definizione dell’innovazione tecnologica). Oltre ad una miriade di best practices, ho pertanto tantissimo da condividere con una squadra di talento.
Ho scelto di stabilirmi in Italia perché l’Italia è il Paese di Leonardo (con tutto ciò che questo implica). Intanto, il settore Data Science è più giovane che altrove e i laureati sono più bravi che altrove: perciò, vedo un potenziale enorme qui. Penso di poter creare opportunità di lavoro molto interessanti e stimolanti con retribuzioni adeguate.
Inoltre, l’innovazione si può e si deve fare, secondo me, anche a livello sociale ed organizzativo. Bisogna coltivare rapporti gratificanti e senso profondo nel lavoro. Ritengo pertanto una visione post-capitalistica nell’usare e sviluppare software libero, nel partecipare ai (beni) comuni della conoscenza, nonché il pensare l’economia della contribuzione. Chiunque desideri contattarmi per eventuali collaborazioni può farlo fin da ora!